
Susie Salmon è una giovane ragazza di 14 anni con una bella famiglia, una passione per la fotografia e una grande cotta per un ragazzo della sua scuola, una ragazza come le altre, ed è proprio per questo che il suo efferato omicidio ci colpisce.
L'omicidio non è però il fulcro di questo film, avviene infatti nella parte iniziale e dà solo l'avvio alla vicenda, quello su cui si pone l'accento è infatti la personalità dell'assassino.
Ed è così che l'insospettabile e "innocuo" vicino di casa che vive da solo e passa molto tempo nei boschi si profila come l'assassino perfetto, un maniaco, un sadico, un serial killer colpito da una strana frenesia che lo porta ad uccidere.
La famiglia Salmon viene distrutta dalla perdita e se da una parte troviamo una mamma che ha bisogno di allontanarsi dal dolore, dall'altra abbiamo un padre che non lascia andare lo spirito della figlia, intrappolato nell'azzurro orizzonte che precede il paradiso, assecondando il suo desiderio di vendetta, cerca invano il suo assassino fino a scoprirlo come comparsa tra le foto della figlia.
Un film che fa riflettere su di chi veramente ci si può fidare e di come il male si aggiri banale tra tutti noi, non si è mai al sicuro, neanche nel docile vicinato della cittadina di Susie.
Assolutamente da non vedere di sera se siete impressionabili, il film non mostra scene esplicite o efferate ma lascia una forte inquietudine addosso, un senso di paura profonda che spinge a farsi domande sulle persone che si conoscono, su cosa sia veramente il male e dove esso si nasconda.
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