
Anna e Stefan, Bernd e Marc, due coppie, passano qualche giorno in campagna. Un incipit semplice direte voi eppure credetemi non è così scontato il prosieguo.
Anna, infatti, mal gestisce questo ritorno a casa e tra incubi, la sensazione di essere seguita e dubbi, giustificati, sulla propria relazione, dovrà riuscire ad uscire immune fisicamente e psicologicamente da questo weekend.
Anna ha 40 anni e considera Stefan (molto più giovane di lei) come un temporaneo toy-boy, inoltre per Stefan è la prima volta che può trovarsi così a stretto contatto con una coppia omosessuale consolidata come quella di Marc e Bernd (tra l'altro ex fidanzato di Anna) che cerca di usare l'interesse quasi inappropriato di Stefan per la loro relazione omosessuale come un'arma contro di lei.
I rapporti iniziano a traballare, proprio come la casa e la città che è ormai in decadenza.
In realtà l'idea alla base forse era quella di rappresentare una realtà inquieta (sia dal punto di vista psicologico che da quello sessuale) proprio per richiamare la teoria freudiana.
E in realtà c'è tutto: i sogni (o meglio gli incubi), l'inconscio che si fa sempre più potente e perverso, la scoperta e la tensione sessuale, il desiderio latente.
Certo, però, che se questo era l'intento, il film non è riuscito ad esprimerlo adeguatamente e rimane confuso in tutte le sue parti.
Si coglie solo una piccola parte del messaggio che, credetemi, non vale la visione.
Non ve lo consiglio sinceramente ma alla fine forse voi potreste trovargli un senso diverso.
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