domenica 23 dicembre 2018

Il testimone invisibile - un crimine analizzato NEI DETTAGLI

Siamo in un palazzone di Milano, bussano alla porta: è una distinta signora in tailleur e ventiquattrore.
Un uomo le apre, diffidente, è il ricco imprenditore Adriano Doria.
Comincia un dialogo che, porterà in tavola, a carte scoperte, tutte le informazioni necessarie a ricostruire le vicende di un crimine.
Con un fitto lavoro narrativo, ricostruiamo infatti, passo per passo, versione per versione, tutti i tasselli e i trascorsi che hanno portato alla morte della fotografa (e amante dell'incriminato imprenditore) Laura Vitale in una stanza d'albergo.
La ragazza è stata trovata morta, colpita alla testa, nella stanza (chiusa dall'interno) è stato ritrovato solo Adriano, colpito alla testa e semisvenuto sul pavimento.

Non sembrano esserci dubbi sulla colpevolezza di Adriano, ma Virginia Ferrara, ha il compito di preparare la sua difesa.
Ci troviamo immersi in un labirinto di menzogne e ipotesi che deviano la nostra percezione della giustizia, delle colpevolezza e dell'innocenza.
Comincia dunque un gioco in cui tutti gli spettatori sono coinvolti, in cui ci si sforza, rivelazione dopo rivelazione di scoprire il colpevole, di intuire il giusto punto di vista.

C'è da dire però che il film si risolve in un finale piuttosto prevedibile, causa forse di qualche indizio sottolineato con troppa enfasi.
Le performance attoriali non sono malvagie, buona quella di Miriam Leone (che interpreta Laura) come quella di  Maria Paiato (Virginia Ferrara), anche se forse un po' troppo carica.
Non ho invece apprezzato l'interpretazione di Riccardo Scamarcio (Adriano), soporifera in alcuni punti ed eccessiva in altri, non particolarmente entusiasmante.

L'atmosfera del film è ben costruita e richiama molto l'ambientazione noir.
Alle ampie riprese della foresta e della montagna si contrappongono le spigolose e fredde angolature di Milano, che viene presentata come una città verticale e grigia, molto industriale e fumosa.
Una visione interessante e che rende molto nell'ottica più generale del film.
La prima parte della pellicola è maggiormente incentrata sulla costruzione vera e propria del racconto e la narrazione della vicenda principale, è nella seconda parte che il ritmo diventa incalzante e la suspence coinvolge maggiormente lo spettatore.
Il film inoltre perde punti sull'originalità, sebbene infatti la storia sia ben costruita e articolata, il film è un remake dell'acclamato "Contratiempo", film spagnolo di Orio Paulo.

Quello che ci troviamo davanti è dunque un prodotto interessante, ben fatto, di un genere che non spesso viene affrontato dal cinema italiano.
La messa in scena risulta elegante e la trama intricata quanto basta.
In definitiva è un film che vi consiglio se volete vedere un prodotto italiano un po' diverso dal solito.




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