
Questa delicatezza, questa tenerezza, non sono però sinonimo di un film dolce ed innocuo, "La Tenerezza" è un film disturbante e profondo, che lascia nello spettatore una certa inquietudine ma anche tanta consapevolezza.
Getta ombre oscure nel cuore di nonni, di padri e di figli.
E vi chiederete: in tutto ciò dove sta la tenerezza?
La tenerezza sta nel modo in cui tutto è rivelato, nella candida regia che con dita soffici svela strato per strato la realtà che si nasconde dietro quello che vediamo tutti i giorni, dietro quello che siamo abituati a considerare normale.
Senza fretta, lasciandoci il tempo di assimilare il tutto, il film con estrema delicatezza ci disincanta e rende la tenerezza un'utopia o qualcosa di facilissimo che però non riusciamo a cogliere, a condividere con le persone a noi più care.
Ed ecco che la stretta di mano di un bambino, il sorriso di una sconosciuta, lo stare accanto a qualcuno che soffre diventano gesti delicati che l'anziano Lorenzo riesce a scambiare solo con "sconosciuti", gesti ai quali si attacca, vivendo di attimi, istanti, piccole cose.
La semplicissima storia di un vecchio senza legami che si avvicina alla famiglia della porta accanto diventa dunque molto più di un racconto qualunque.
E si riempie di violenza e sottintesi.
Fabio, il padre della felice famigliola, compie dunque un gesto estremo uccidendo tutta la sua famiglia per poi suicidarsi.
Tutto ciò, dopo le belle atmosfere e i sorrisi, ci appare anacronistico ... oppure no? i piccoli indizi lasciati qua e là che presagivano un evento del genere con estrema chiarezza, non erano in un primo momento stati colti dallo spettatore... e questo fa riflettere molto.
Gianni Amelio (regista del film) riesce a rendere perfettamente l'inquietante idea di normalizzazione della violenza e del disagio.
Neanche per un minuto infatti lo spettatore si trova a dubitare della bontà della figura di Fabio, i suoi dubbi sembrano quelli di un padre normale, le sua azioni quelle di un uomo un po' diffidente magari, ma mai pericolosi.
La potenza dell'interpretazione di Elio Germano è veramente imperdibile, e ottima anche l'interpretazione di Carpentieri. Micaela Ramazzotti poi riesce sempre a stupire lo spettatore con la sua dolcezza, perfetta per questo ruolo e per questo film.
Dunque come non consigliarvi uno dei più bei film italiani di quest'anno?
Un film che si basa sugli sguardi, sul non detto, intriso di malinconia e di una sincerità disarmante, con una recitazione splendida e una fotografia azzeccatissima, vi consiglio veramente di non perderlo.
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