
Questa delicatezza, questa tenerezza, non sono però sinonimo di un film dolce ed innocuo, "La Tenerezza" è un film disturbante e profondo, che lascia nello spettatore una certa inquietudine ma anche tanta consapevolezza.
Getta ombre oscure nel cuore di nonni, di padri e di figli.
E vi chiederete: in tutto ciò dove sta la tenerezza?
La tenerezza sta nel modo in cui tutto è rivelato, nella candida regia che con dita soffici svela strato per strato la realtà che si nasconde dietro quello che vediamo tutti i giorni, dietro quello che siamo abituati a considerare normale.
Senza fretta, lasciandoci il tempo di assimilare il tutto, il film con estrema delicatezza ci disincanta e rende la tenerezza un'utopia o qualcosa di facilissimo che però non riusciamo a cogliere, a condividere con le persone a noi più care.
Ed ecco che la stretta di mano di un bambino, il sorriso di una sconosciuta, lo stare accanto a qualcuno che soffre diventano gesti delicati che l'anziano Lorenzo riesce a scambiare solo con "sconosciuti", gesti ai quali si attacca, vivendo di attimi, istanti, piccole cose.