giovedì 29 dicembre 2016

District 9 - quando l'apartheid è con chi non ti aspetti

Stasera vi propongo un film un po' particolare: stiamo parlando di District 9, titolo evidentemente ispirato al fatto storico dell'apartheid durante il quale un'area residenziale di Città del Capo era stata denominata District Six.
L'argomento è quindi evidentemente espresso sin dal titolo, per chi riesce a coglierlo.
Riprende infatti temi quali la xenofobia o la segregazione razziale inserendoli però in un contesto fantascientifico.

A ricevere sevizie, ad opera di umani, è ora infatti una popolazione di profughi alieni.
Ho trovato questa scelta geniale. Gli alieni appaiono esattamente come un popolo straniero : sono diversi, hanno abitudini inusuali, parlano una lingua incomprensibile, mettono paura.
Tutto questo spinge ovviamente gli uomini a rinchiuderli, arginarli, magari seviziarli.

Il film ha un approccio documentaristico, con riprese in movimento e interviste, approfondimenti giornalistici e video di telecamere di sorveglianza.
La storia è raccontata dal punto di vista di Wikus, un uomo semplice ed ingenuo che, insensibile alla sorte degli alieni, si ritrova però coinvolto in una situazione spiacevole.
Anche la storia di Christopher e del suo figlioletto ( due "gamberoni") si unisce al puzzle. I due interessati solo a ripartire per il loro pianeta, stanchi di queste sevizie, dovranno collaborare con Wikus.

Il film è particolare, ma molto intelligente. Ponendo sotto un altro punto di vista la questione razziale la rende più oggettiva e distante da noi, in modo da poterla veramente guardare per la barbarie che rappresenta.
Inoltre la rappresentazione del popolo alieno seviziato e il sentimento di compassione che ci suscita, rendono veramente immediata la riflessione su cosa veramente vuol dire xenofobia e chi siano veramente i mostri.






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