
Da dieci anni, infatti, hanno intrapreso uno stile di vita degno del Walden di Thoreau.
Nel cuore di una foresta del Nord America, sotto la guida costante del padre, questi ragazzi passano le giornate allenandosi, cacciando e leggendo libri su libri.
Studiano scienze, lingue straniere, discutono in importanti dibattiti riguardo la letteratura e la politica, ma non hanno mai visto una classe o un banco di scuola.
Non festeggiano il Natale ( sciocca istituzione ) ma il compleanno di Noam Chomsky.
Uno stile di vita ai margini di quella che è una società addormentata, ipnotizzata e vuota, un ultimo baluardo filosofico di un modo di vivere spontaneo e naturale, una personale "scuola di Platone" in cui crescere ed educare dei super-ragazzi.
Ma la morte della madre, da tempo malata, li costringe a intraprendere un viaggio nella civiltà che tanto tutti disprezzano e scontrarsi con quella che di fatto è la realtà oltre le fronde dei loro amati alberi.
L'innovazione incredibile di questo film è il porre al centro della vicenda proprio il metodo educativo.
I ragazzi di Ben sono sopra la media, sia per doti fisiche che intellettuali, hanno animi puri e intelligenze fuori dal comune, ma non conoscono il mondo, non sanno relazionarsi con persone esterne al loro piccolo circolo, non capiscono le dinamiche del mondo sociale.
E se da un lato ci troviamo a simpatizzare per Ben e le sue scelte, dall'altro il film, come un vero e proprio dibattito sull'argomento, ci fa scontrare con i suoi lati negativi, ci fa capire quanto esso sia inapplicabile, quanto costi ai ragazzi, a Ben stesso e alle famiglie coinvolte.
E nonostante sia il punto focale di tutto, il regista (Matt Ross), non riesce completamente nel presentare questo incontro-scontro di modi di vivere, e questo perché crede veramente nello stile di vita di Ben, è forse troppo ideologica e sprezzante la descrizione del mondo "normale", fitta di stereotipi e cattiveria.
I ragazzi cresciuti in questo mondo giocano a videogiochi cruenti e indossano le Nike, mentre i figli di Ben come Nike conosco solo la dea della vittoria e ascoltano solo musica classica.
Il prodotto finale è un film estremamente intelligente, divertente ed emozionante.
Una pellicola in grado di far riflettere, una commedia amara ed esistenziale che va più in fondo di quanto si possa pensare.
Perché il problema dell'educazione è attuale, perché sopratutto in America la conoscenza generale è a un livello molto basso e perché, come il film vuole farci capire, non esiste un solo modo per educare.
Non solo perché è quello che conosciamo e al quale siamo abituati vuol dire che sia l'unico giusto.
La domanda è dunque: è più matto Ben o il mondo che lo circonda?
La figura di questo padre, compagno e dittatore, che intraprende questo progetto genitoriale borderline, è il fulcro dell'intero film.
Un uomo molto colto e deciso, con un'idea ben precisa di vita, che durante il film capisce però essere molto personale e, forse, troppo estrema per un'intera famiglia.
Del resto almeno, nel Walden, Thoreau andò da solo nei boschi.
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